giovedì 20 marzo 2008

A Varsavia la Settimana Santa siciliana di Tamara Triffez

News ITALIA PRESS, 19 marzo 2008
Varsavia - Prosegue la proficua collaborazione tra l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, diretto da Giulio Molisani, e la Sede Centrale della Società Dante Alighieri nel comune intento di diffondere e valorizzare la lingua e la cultura italiane. In questa direzione si colloca l’inaugurazione della mostra fotografica di Tamara Triffez, “La Via Reale”, svoltasi nel pomeriggio di ieri 18 marzo presso i locali dell’Istituto Italiano di Cultura.
L’esposizione, che resterà aperta al pubblico per tutto il prossimo mese di aprile, presenta circa 25 scatti realizzati dalla Triffez durante la Settimana Santa del 2005-2006 in Sicilia e dedicati alla profonda tradizione popolare dell’isola.
Un viaggio tra folclore, etnologia e fede religiosa, che ha per tappe la processione della domenica della Palme a Piana degli Albanesi, la rievocazione della vita di Cristo di Marsala, la rappresentazione preparatoria dei misteri di Trapani, le processioni dei Cocchieri e del mercato di Ballarò a Palermo, e quelle del venerdì santo di San Mauro di Castelverde e della domenica di Pasqua a Ribera. Un toccante percorso di meditazione sui misteri profondi del Cristianesimo, reso più suggestivo dall’uso del bianco e nero e dalle inedite inquadrature studiate per ogni sequenza dall’obbiettivo dell’artista.
La mostra è arricchita dalla riproduzione permanente di un DVD fotografico che ripercorre in 100 immagini tutto il lavoro compiuto da Tamara Triffez.
"Nonostante la distanza, l’Italia, e in particolare la Sicilia, e la Polonia sono due Paesi vicini e simili- afferma il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Giulio Molisani -:anche in Polonia la Settimana Santa è molto sentita e dà luogo a manifestazioni di carattere religioso di notevole intensità. Certo, si tratta di un modo diverso, forse più “composto” e meno “drammatico”, di esprimere la propria religiosità rispetto a quello della Sicilia, ma l’evento ha comunque suscitato un assoluto interesse nel pubblico polacco, e non solo in quello strettamente legato al mondo religioso".
Tornando alla continua attività didattica svolta dall’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, il Direttore Molisani ha annunciato la realizzazione di due iniziative culturali in programma nei prossimi mesi: "L’Istituto è da sempre molto attento alle tematiche didattiche in ambito di insegnamento/apprendimento dell’italiano - spiega Molisani -. In questo contesto il 26 maggio prossimo la glottodidatta Dana Grasso terrà un seminario su “L’italiano e la traduttologia”, materia non prevista dall’Università polacca che forma gli italianisti e che in Polonia risulta di grande coinvolgimento".
"In occasione della Festa della Repubblica Italiana, il prossimo 2 giugno - prosegue il Direttore dell’Istituto - si svolgerà un seminario di italianistica tenuto da Paolo Balboni sull’uso della lingua dei cantautori. Anche questo è un argomento molto richiesto per lo stretto legame che intercorre tra musica e idioma".

A Varsavia la Settimana Santa siciliana di Tamara Triffez

News ITALIA PRESS, 19 marzo 2008
Varsavia - Prosegue la proficua collaborazione tra l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, diretto da Giulio Molisani, e la Sede Centrale della Società Dante Alighieri nel comune intento di diffondere e valorizzare la lingua e la cultura italiane. In questa direzione si colloca l’inaugurazione della mostra fotografica di Tamara Triffez, “La Via Reale”, svoltasi nel pomeriggio di ieri 18 marzo presso i locali dell’Istituto Italiano di Cultura.
L’esposizione, che resterà aperta al pubblico per tutto il prossimo mese di aprile, presenta circa 25 scatti realizzati dalla Triffez durante la Settimana Santa del 2005-2006 in Sicilia e dedicati alla profonda tradizione popolare dell’isola.
Un viaggio tra folclore, etnologia e fede religiosa, che ha per tappe la processione della domenica della Palme a Piana degli Albanesi, la rievocazione della vita di Cristo di Marsala, la rappresentazione preparatoria dei misteri di Trapani, le processioni dei Cocchieri e del mercato di Ballarò a Palermo, e quelle del venerdì santo di San Mauro di Castelverde e della domenica di Pasqua a Ribera. Un toccante percorso di meditazione sui misteri profondi del Cristianesimo, reso più suggestivo dall’uso del bianco e nero e dalle inedite inquadrature studiate per ogni sequenza dall’obbiettivo dell’artista.
La mostra è arricchita dalla riproduzione permanente di un DVD fotografico che ripercorre in 100 immagini tutto il lavoro compiuto da Tamara Triffez.
"Nonostante la distanza, l’Italia, e in particolare la Sicilia, e la Polonia sono due Paesi vicini e simili- afferma il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Giulio Molisani -:anche in Polonia la Settimana Santa è molto sentita e dà luogo a manifestazioni di carattere religioso di notevole intensità. Certo, si tratta di un modo diverso, forse più “composto” e meno “drammatico”, di esprimere la propria religiosità rispetto a quello della Sicilia, ma l’evento ha comunque suscitato un assoluto interesse nel pubblico polacco, e non solo in quello strettamente legato al mondo religioso".
Tornando alla continua attività didattica svolta dall’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, il Direttore Molisani ha annunciato la realizzazione di due iniziative culturali in programma nei prossimi mesi: "L’Istituto è da sempre molto attento alle tematiche didattiche in ambito di insegnamento/apprendimento dell’italiano - spiega Molisani -. In questo contesto il 26 maggio prossimo la glottodidatta Dana Grasso terrà un seminario su “L’italiano e la traduttologia”, materia non prevista dall’Università polacca che forma gli italianisti e che in Polonia risulta di grande coinvolgimento".
"In occasione della Festa della Repubblica Italiana, il prossimo 2 giugno - prosegue il Direttore dell’Istituto - si svolgerà un seminario di italianistica tenuto da Paolo Balboni sull’uso della lingua dei cantautori. Anche questo è un argomento molto richiesto per lo stretto legame che intercorre tra musica e idioma".

mercoledì 12 marzo 2008

Mariannacci premiato a Budapest

Onorificenza Pro Cultura Hungarica al direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest

News ITALIA PRESS, 10 marzo 2008
Budapest - Il giorno 26 febbraio 2008, nel corso di una solenne cerimonia, Márta Schneider, segretario di stato per l’istruzione e per la cultura del governo ungherese ha consegnato l’onorificenza “Pro Cultura Hungarica” al direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, Arnaldo Dante Marianacci.

Si tratta di uno dei massimi riconoscimenti culturali dello Stato ungherese, che viene assegnato a cittadini magiari o stranieri per alti meriti culturali. Il Dott. Marianacci, secondo la motivazione, ha ricevuto l’onorificenza “Pro Cultura Hungarica” per aver contribuito, nei cinque anni in cui ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, a notevolmente sviluppare i rapporti culturali tra l’Italia e l’Ungheria organizzando molti eventi di grande prestigio.

Entro la fine di questo mese Marianacci lascerà Budapest e si trasferirà a Vienna per dirigere il locale Istituto Italiano di Cultura e per coordinare l’attività di promozione della cultura italiana in Austria e in Svizzera.

martedì 11 marzo 2008

Gianni Vattimo - IIC Lima

Intervista di Jorge Zavaleta, al filosofo Gianni Vattimo, invitato dall'IIC di Lima, pubblicata in "Cuadernos para el Diálogo", Cambio16, No 28, Madrid, Marzo 2008. Per leggere l'intervista cliccare qui.

domenica 9 marzo 2008

Il Vancouver Chamber Choir celebra i 150 anni dalla nascita di Puccini eseguendo la Messa di Gloria

News ITALIA PRESS, 7 marzo 2008
Il Vancouver Chamber Choir, in collaborazione con Vancouver 2010 Cultural Olympiad e l'Istituto Italiano di Cultura di Vancouver, eseguirà una sola replica della Messa di Gloria, accompagnata dallo Stabat Mater di G.B. Pergolesi.

L'evento si terrà venerdì 21 marzo alle ore 20.00 presso l'Orpheum Theatre di Vancouver, in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita di Giacomo Puccini. Luc Robert sarà il tenore e Olivier Laquerre il baritono basso.
I Biglietti, disponibili presso Ticketmaster, sono scontati del 20% per i soci dell'IIC. News ITALIA PRESS

domenica 2 marzo 2008

No al suicidio dell’italiano

di Magdi Allam

Corriere della Sera, 24 ottobre 2007
Aiuto, stiamo «suicidando» la lingua italiana! Dalla pubblica amministrazione alla scuola, dalla sanità alla giustizia, dalla religione alla sicurezza, dal lavoro alla pubblicità, ci affanniamo a persuadere le menti e a conquistare gli animi degli immigrati comunicando con decine di idiomi diversi, mobilitando un esercito di mediatori linguistico-culturali, anziché chiedere ed esigere che siano degli ospiti— che accogliamo dando loro l'opportunità di migliorare la loro condizione di vita — a conoscere e a dialogare nella nostra lingua nazionale.

Oltretutto, se ci pensiamo bene, l'italiano è la certezza che ci è rimasta di un'identità collettiva vilipesa e tradita dal rischio di estinzione a causa delle conseguenze letali del morbo del multiculturalismo sul piano della perdita dei valori comuni e condivisi. In un mondo in cui siamo soltanto noi a parlarlo e che ci ha già declassato a idioma di serie B, se siamo noi stessi a relativizzarne il valore all'interno stesso dell'Italia mettendolo sullo stesso piano di decine di lingue straniere, la sua morte certa sarà ancora più precoce dell'inevitabile tracollo demografico di una popolazione autoctona a tasso di natalità zero. Non è una scoperta assoluta ma l'apparire sui tram milanesi della pubblicità della Kinder Ferrero in inglese, spagnolo e arabo ci costringe a una rinnovata riflessione.

Come interpretare il fatto che la parlamentare di An, Daniela Santanchè, decida di far pubblicare un manifesto a pagamento con una scritta in arabo che recita «Imparate l'italiano e sarete più sicuri dei vostri diritti, dei vostri doveri e del posto che vi spetta nella nostra Patria»? Perché in uno Stato che si rispetti un privato cittadino si accolla l'onere anche finanziario di esortare lo straniero a imparare la lingua nazionale? Non dovrebbe essere una prerogativa e un dovere del governo e delle istituzioni affermare la centralità dell'italiano? Evidentemente non è così visto che non solo non si ritiene che l'immigrato debba conoscere la nostra lingua, ma ci si rifiuta per ragioni ideologiche di prendere in considerazione tale ipotesi.

Tutt'al più si offre l'opportunità all'immigrato di imparare l'italiano, come è nei piani del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, ma a condizione che sia lui a decidere se, quando e come accettare. E' stato il ministro dell'Interno Giuliano Amato, lo scorso 11 ottobre, a formalizzare il rifiuto del governo a chiedere all'immigrato di conoscere l'italiano. L'ha fatto con una battuta: «Se a mia zia fosse stato chiesto di recitare l'Oxford Dictionary quando sbarcò a Staten Island, probabilmente sarebbe stata respinta dagli Usa e rispedita in Sicilia a fare la fame perché, a quei tempi, lei e tanti altri emigranti parlavano a stento l'italiano». E questa è stata la sua conclusione: «Ciò che non hanno chiesto a mia zia non intendo chiederlo agli immigrati che arrivano in Italia». Il discorso di fondo è una esplicita opzione per una società multiculturalista in cui vengono relativizzate le identità, le culture, le religioni e le lingue.

In quell'occasione Amato ha presentato raggiante un opuscolo «In Italia in regola», tradotto in sette lingue straniere e stampato in un milione di copie. Iniziative simili sono state fatte da diversi ministeri che interagiscono con gli immigrati. Ebbene se lo Stato investe milioni di euro per tradurre le regole comuni e riuscire a comunicarle a chi risiede nello stesso spazio territoriale, significa che ha fallito in partenza perché non ha compreso che solo condividendo la lingua nazionale, in aggiunta ai valori e alla cultura, potrà iniziare il percorso per una costruttiva integrazione. L'investimento deve essere fatto non per rincorrere le lingue dei nostri ospiti,ma per vincolare l'ospite a conoscere la nostra lingua. Deve essere un obbligo, non un optional.

Non c'è poi da sorprenderci se al tradimento dell'italiano in patria si accompagna l'abbandono totale della sorte della lingua nazionale all'estero, concedendo spiccioli alla Società Dante Alighieri (solo 1,7 milioni di euro contro i 300 milioni del Goethe Institut) e assottigliando sempre più i finanziamenti agli istituti di cultura italiani nel mondo (17,5 milioni di euro nel 2006). Ecco perché è ridicolo che ci si scandalizzi se l'Unione Europea e le Nazioni Unite declassificano l'italiano. Ma se non ci crediamo noi stessi al valore della nostra lingua e l'abbiamo trasformata nel simbolo di un suicidio nazionale, perché dovrebbero riabilitarla e riesumarla gli stranieri?