lunedì 31 ottobre 2011

LA STRATEGIA CULTURALE E LINGUISTICA DELLA FARNESINA NELL’AUDIZIONE DEL MINISTRO LOMONACO (DGSP) ALLA CAMERA

ROMA\ aise\ 26 ottobre 2011 - L’approccio di sistema attuato dal Ministero degli Esteri per progettare e definire le "strategie culturali e linguistiche" per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero.

Di questo ha parlato il Ministro Vincenza Lomonaco, Vice Direttore Generale del Mae per la promozione del Sistema Paese, Direttore Centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana, nell’audizione svolta di fronte alle Commissioni Cultura e Affari Esteri della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla promozione della cultura e della lingua italiana all'estero.

Lomonaco, in particolare, ha ribadito "i vantaggi che un forte raccordo tra cultura e impresa può offrire non solo in termini di sostegno delle imprese all’azione di promozione culturale, ma anche di benefici che le imprese stesse possono trarre da tale interazione" e indicato i criteri ai quali l’Amministrazione degli Esteri si sta ispirando per "adeguare la rete della promozione Paese alle sfide imposte da una congiuntura mondiale sempre più complessa e da una offerta culturale sempre più concorrenziale in un panorama internazionale in cui l’Italia deve saper confermare i suoi primati secolari".

"Fare sistema" e "sinergia" le parole d’ordine alla nuova Direzione generale per la Promozione del Sistema Paese e, di riflesso, in tutta la rete che all’estero si occupa di promuovere e diffondere la lingua e cultura italiana. Rete che, come noto, comprende IIC, lettori, addetti scientifici, scuole, affiancati dai Comitati della Dante Alighieri e dagli Enti gestori. Organismi che non solo devono lavorare sinergicamente tra loro, ma anche con tutti gli altri "attori del sistema paese presenti all’estero".

Lomonaco ha ricordato che negli ultimi mesi è stato "rafforzato" il ruolo della Commissione Nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero che "è stata trasformata in una "cabina di regia" che promuove, indirizza e coordina l’attività di tutti gli attori coinvolti nell’internazionalizzazione del sistema produttivo del Paese attraverso la promozione culturale".

Con gli altri ministeri, la Farnesina ha stipulato protocolli di intesa: in particolare, con il Mibac è stato attivato un tavolo di lavoro per la promozione del patrimonio, la valorizzazione del cinema e dei prodotti editoriali; mentre con il Miur lo stesso è stato fatto per la cooperazione interuniversitaria, scolastica e linguistica, scientifica.

Quanto alle Regioni, il Direttore Centrale ha citato la riattivazione del Tavolo tecnico di concertazione permanente sull’attività internazionale di Regioni e Province autonome, previsto dall’intesa Stato/Regioni del 2008. "Il coinvolgimento delle Regioni e degli Enti territoriali – ha sottolineato – è un aspetto fondamentale per la promozione e diffusione delle loro enormi potenzialità culturali e turistiche e del ricco tessuto imprenditoriale di piccole e medie imprese che rappresentano il motore economico del nostro Paese. Gli Istituti di Cultura possono strategicamente rappresentare per le Regioni e per gli Enti territoriali una vetrina privilegiata, promuovendo all’estero la variegata realtà che esse presentano".

La DGSP, inoltre, "sta intensificando i rapporti con i Comuni di grandi città (Roma Capitale, Milano e Napoli, ad esempio) con Enti, Fondazioni, imprese culturali ed associazioni, attraverso convenzioni e intese finalizzate alla promozione e valorizzazione di eventi particolari (Expo Milano 2015, candidatura di Roma capitale alle olimpiadi del 2020) , ovvero partenariati per la sponsorizzazione e il finanziamento di iniziative, corsi di lingua, cattedre di italiano presso Università straniere".

Un "raccordo" che sta interessando anche specifici settori di azione: editoriale con la collaborazione attivata con l’AIE per la diffusione del libro italiano sul mercato internazionale; linguistico-culturale, con la Convenzione sottoscritta con la Dante Alighieri.

Sempre attenti alle risorse: "nell’attività di progettazione l’approccio di sistema – ha detto in proposito Lomonaco – si è sviluppato con l’obiettivo di evitare dispersioni di risorse, sovrapposizioni, programmazioni culturali frammentarie, episodiche e fondate su modelli "stereotipati". La Direzione Generale ha privilegiato, in aderenza alle Linee guida, l’organizzazione di iniziative in grado di trasmettere un’immagine coerente e globale del Paese e di rendere efficace il rapporto tra cultura/economia/scienza che, se opportunamente gestito, è in grado di innescare un effetto di “trascinamento” sul sistema, dall’aspetto più ovvio dei flussi turistici e del turismo culturale, alla propensione per il made in Italy in tutte le sue forme".

Il Direttore Centrale ha quindi citato l’esperienza degli "anni tematici", grande rassegne o temi conduttori, in grado di proporre una programmazione che "ponga l’accento sulle potenzialità e le eccellenze dell’Italia contemporanea".

Per il prossimo anno, il 2012, "i "contenitori" indicati dal Ministro "L’Italia dei territori" e "L’Italia del futuro", consentiranno di approfondire e dare continuità ad alcune tematiche trattate nel corso del 2011, per assicurare maggiore coerenza alla nostra proposta culturale all’estero".

Quanto alla promozione dell’italiano, anche qui la parola chiave è "fare sistema": "si sta cercando di diversificare l’offerta di corsi di lingua italiana da parte della rete, estendendola anche a settori specifici in grado di stimolare collaborazioni tra imprese ed operatori attivi in alcune aree specialistiche e di eccellenza: design, moda, restauro, oreficeria, pelletteria e così via". Lomonaco ha quindi annunciato che "nei prossimi mesi verrà divulgato il risultato di uno nuovo studio sullo stato della lingua italiana, fortemente voluto dal Ministro Frattini, l’indagine "Italiano 2010": senza anticipare i contenuti dell’inchiesta, si può affermare che, anche a distanza di 10 anni, l’Italia continua ad "attirare" e, di conseguenza, "attira" la sua lingua".

I dati forniti dal Direttore Centrale rivelano che sono 293 le istituzioni scolastiche nei vari livelli tra scuole statali, scuole paritarie, non paritarie, sezioni italiane nelle scuole straniere, internazionali e scuole europee che insegnano l’italiano all’estero; mentre nelle Università ci sono 261 Lettori di ruolo e 168 lettori locali presso dipartimenti di italianistica. A questi si aggiungono i corsi per adulti degli IIC.

In totale sono 138.000 gli studenti coinvolti: circa 73.000 nei corsi organizzati dagli IIC; circa 44.000 nei corsi tenuti dai lettori di ruolo; circa 16.000 nei corsi tenuti dai lettori locali.

Circa 31.000 studenti, di cui il 76% stranieri, frequentano le nostre istituzioni scolastiche all’estero; oltre 116.000 sono gli studenti che seguono i corsi di italiano organizzati dai Comitati della Dante Alighieri; 377.000 quelli che frequentano i corsi organizzati dalla DGIT attraverso gli Enti gestori ai sensi della legge 153/71.

"Il tutto – ha riassunto Lomonaco – per un totale circa 500.000 utenti che si avvicinano allo studio dell’italiano per motivazioni diverse: dall’amore per la cultura classica, le arti, la musica, all’attrattiva delle bellezze paesaggistiche e del turismo; a motivazioni di studio e di lavoro".

Il ricordata l’intenzione del Ministro di avviare uno studio sull’ipotesi di individuare un sistema unico di certificazione dell’italiano come lingua straniera, Lomonaco ha sottolineato che "l’obiettivo è di rafforzare la riconoscibilità del "marchio" e la certezza della spendibilità del titolo, anche per venire incontro all’esigenza di qualificazione da parte dei tanti giovani che hanno scelto di studiare l’italiano per entrare nel mercato del lavoro. Un assetto qualitativo unitario della certificazione è altresì funzionale allo sviluppo delle imprese italiane collegate alla promozione linguistica, soprattutto nel campo dell’editoria e delle tecnologie per l’apprendimento".

Lomonaco si è quindi soffermata sul raccordo cultura e impresa, sottolineando che "la promozione del nostro patrimonio, delle nostre espressioni artistiche nonché della lingua italiana si sta confermando un ausilio efficace per l’internazionalizzazione delle attività economiche in una prospettiva di espansione del sistema Paese". Dal finanziamento degli eventi da parte delle imprese alle borse di studio molte le imprese che hanno compreso come "la forte attrazione esercitata all’estero dalla tradizione culturale e linguistica italiana sia in grado inoltre di far presa sull’assetto produttivo locale".

Obiettivo della DGSP quello di "sostenere e far conoscere sul mercato internazionale, proprio "sfruttando" la percezione positiva del Marchio- Italia, non solo i settori più noti e tradizionali del Made in Italy (moda, abbigliamento, calzature, oreficeria, enogastronomia, arredo, oggetti di lusso, design industriale, prodotti per lo sport ), ma anche altri settori di eccellenza della nostra realtà produttiva: dai prodotti delle industrie culturali, tra le quali ricordo il restauro, punta di “eccellenza” riconosciuta a livello mondiale, alle macchine utensili, alle tecnologie, alle infrastrutture e ai prodotti delle nanotecnologie".

Senza dimenticare che "il rapporto tra cultura/impresa/scienza può aprire importanti prospettive anche in termini di politiche a favore dei giovani. Con i nostri borsisti, ricercatori e scienziati italiani all’estero stiamo ulteriormente rafforzando i meccanismi di contatto e creare una “rete” di eccellenze per condividere esperienze e consolidare sinergie nei rispettivi ambiti di competenza". Lomonaco ha portato ad esempio il programma "Invest your talent in Italy" che "sta dando ottimi risultati".

"Preziosa" anche la cooperazione interuniversitaria: "oltre 1000 studenti e ricercatori provenienti da oltre 100 paesi beneficiano di borse di studio destinate ad ambiti scientifico-umanistico e/o all’apprendimento della lingua. Presso le nostre Università vi sono inoltre diverse migliaia di studenti con borse dei propri paesi o a spese proprie soprattutto dalle aree emergenti. I cinesi, ad esempio, sono passati dai 400 del 2005 a oltre 5000 nel corrente anno accademico".

"Strategica" anche la "attenta politica di cooperazione scientifica attuata dalla rete diplomatica, dagli Addetti scientifici e dagli Istituti di Cultura, con l’obiettivo di incidere in termini di crescita e di competitività sul nostro sistema di ricerca e di innovazione tecnologica, favorendo ricadute positive anche nel settore industriale".

Sul piano operativo, la Direzione Generale si propone di "promuovere il sistema scientifico e tecnologico italiano attraverso un ruolo più incisivo degli addetti scientifici e realizzare iniziative promozionali in materia di scienza e tecnologia" e "valorizzare gli Accordi e protocolli scientifici e culturali per consolidare sul piano bilaterale collaborazioni culturali e scientifiche di eccellenza".

"Strumento di punta" della rete culturale all’estero sono gli IIC: organismi che oggi hanno "qualche problema di "sostenibilità" e risentono di una distribuzione geografica non sempre coerente con le evoluzioni in atto nel mondo della politica e dell’economia". Per questo la Farnesina sta pensando di "rimodulare l’assetto degli Istituti finalizzato a risolvere un’equazione cruciale: coniugare una progressiva scarsità di risorse con un’esigenza di rilancio selettivo della nostra presenza culturale, soprattutto nelle aree emergenti con forte crescita economica, conseguenti trasformazioni sociali e nei livelli dei consumi e, quindi, aree a crescente potenziale di domanda per le produzioni italiane di qualità".

Per questo, "se in alcune aree "possiamo" anche non essere direttamente presenti, in altre, a fronte di nostri interessi concreti, "abbiamo" il dovere di esserci. In altre parole, l’efficacia della proiezione complessiva del Sistema Paese dipende anche da un nuovo assetto che attribuisca la rilevanza dovuta all’attività culturale, oltre che nelle aree di tradizionale e persistente interesse, anche in quelle emergenti o di rilevante interesse politico ed economico (Cina, India ed altri Paesi asiatici, Medio Oriente, area caucasica)". La Farnesina ha quindi "tracciato un percorso strategico che si fonda su due pilastri: ottimizzazione delle risorse esistenti e individuazione di interventi di “affiancamento” per garantire comunque la funzionalità delle politiche culturali a fronte di risorse decrescenti".

Strategia, ha spiegato Lomonaco, che passa, sul piano della razionalizzazione, attraverso la promozione culturale finalizzata alle diverse aree geografiche (riunioni d’area; funzioni di coordinamento degli IIC; coinvolgimento proattivo di tutti gli attori del Sistema Italia); il rafforzamento della presenza culturale nel paese attraverso la creazione, a cura degli IIC, di propri uffici “distaccati” per meglio cogliere le diverse opportunità locali e venire incontro a specifiche esigenze del Sistema Italia; la ridefinizione della nostra presenza, all’interno delle diverse aree, mediante interventi di razionalizzazione su rete dei lettorati, addetti scientifici, contributi erogati per Dipartimenti di italianistica, missioni archeologiche e borse di studio; la crescente interazione con le Scuole italiane all’estero e la ridefinizione della collaborazione con la Società Dante Alighieri e con i suoi Comitati anche al fine di sopperire, in alcuni casi, alla assenza di Istituti di Cultura (Paesi area balcanica e Caucasica: Bosnia, Erzegovina Armenia, Georgia, Azerbaijan).

Sul piano delle "entrate", la strategia del Mae illustrata da Lomonaco prevede politiche specifiche per i corsi di lingua (linee guida alla rete; didattica; eventuali proposte normative); diffusione di best practices e prevenzione dei contenziosi; ulteriore rafforzamento, anche sul piano logistico, delle collaborazioni con altri enti del sistema Italia (ENIT, ex ICE, operatori del settore economico); corsi di lingua curati dalle Rappresentanze diplomatico consolari in quelle sedi in cui non operano IIC; condivisione, ove possibile, di strutture comuni con altri IIC di Paesi europei e organizzazione di eventi congiunti; apertura dei Comitati di Collaborazione Culturale alla partecipazione di istituzioni pubbliche o private dei Paesi ospitanti.

"In sostanza – ha osservato il Direttore Centrale – la rete degli IIC si sta evolvendo verso un modello di Rete Promozione Paese, in cui la componente culturale è lo strumento fondamentale".

Sul fronte scolastico, i numeri sono questi: "all’estero operano 293 istituzioni scolastiche con riferimento ai vari livelli di insegnamento articolate in 22 scuole statali, 133 paritarie, 27 non paritarie, 77 sezioni italiane presso scuole straniere, 34 sezioni italiane presso le Scuole Europee. Su tale rete operano 1053 docenti di ruolo provenienti dall’Italia".

"I costi di tale sistema sono notevoli", ha ricordato Lomonaco. "Per questo abbiamo avviato con il MIUR una riflessione per renderlo sostenibile tenendo presente la necessità di preservarne il livello di eccellenza e di competitività con le altre scuole straniere presenti nei Paesi ospitanti". Col Miur, dunque, la Farnesina intende "avviare un’attenta riflessione sul futuro della rete scolastica all’estero, con l’obiettivo di un percorso che possa consentirne, mediante una equilibrata revisione dei meccanismi di gestione, una sua valorizzazione e, a medio - lungo termine, una progressiva trasformazione verso un modello bilingue, ove possibile. Un percorso che, oltre alla valorizzazione delle scuole statali di eccellenza (quali Madrid, Barcellona, Parigi, Zurigo ed Addis Abeba), assicuri il potenziamento di modelli di inserimento dell’italiano e di altre materie curricolari nei programmi scolastici delle scuole straniere".

Concludendo, Lomonaco ha ribadito che "se è vero che le risorse pubbliche sono sempre più limitate è anche vero che tale situazione può innescare processi virtuosi che possono essere colti grazie ad un impegno comune per migliorare l’impiego delle risorse disponibili. Questo attraverso quella “rivoluzione culturale” di cui avevo fatto cenno in apertura e che solo può scaturire da strategie mirate e dal gioco di squadra. La cultura – ha concluso – è patrimonio di tutti e punto di forza del nostro Paese nel mondo". (aise)